La nostra storia
Il Gruppo si costituisce nel 1974 con lo scopo di restaurare il vicino Oratorio di San Gottardo.
La Vita Del Santo
Gottardo nacque il 5 dicembre del 960 a Reichesrdorf, nella diocesi di Passavia (Baviera). Suo padre lavorava i campi dell’Abbazia di Niederalteich, sul Danubio. Il piccolo Gottardo aiutava il padre nel lavoro dei campi, avendo così occasione di avvicinare i monaci e di farsi loro conoscere. Era di una così vivace intelligenza che i monaci pensarono di farlo studiare. Lo presero con se nel monastero e lo avviarono agli studi, durante i quali il piccolo Gottardo si fece ammirare per la svegliatezza dell’ingegno e la bontà del cuore.
A 14 anni aveva fatto nello studio tali progressi, che meritò di venir accolto tra i Canonici Regolari dello stesso monastero. Conduceva una vita santa e ogni dì saliva più nella considerazione di tutti. Il vescovo di Passavia e principe dell’Impero, di nome Cristiano, notando le eccezionali qualità del giovane Gottardo, lo volle con sé quale con-visitatore nelle visite pastorali alle parrocchie della sua diocesi. Ritornò dopo tre anni al monastero di Niederalteich, ove venne eletto abate. Il monastero, dopo cinque anni di governo dell’abate Gottardo, cioè nel 990, dall’Imperatore Ottone III viene restituito, sotto la direzione del B. Ercamberto, all’ordine benedettino, come era prima che passasse ai Canonici Regolari. Gottardo con alcuni suoi compagni abbraccia la riforma e, restando nello stesso monastero, si fa benedettino, conducendo una vita esemplare per la più rigorosa osservanza monastica. In questi anni, e precisamente nel 994, egli ricevete l’ordinazione sacerdotale, accettata più per obbedienza al suo vescovo che per il suo desiderio, perché si considerava indegno di un sì grande mistero. Nel 996, dopo essere stato a Roma per accompagnarvi Federico di Sassonia, venne a pieni voto nominato abate del monastero di Niederalteich, in sostituzione del vecchio Ercamberto che si era ritirato, per ragioni di salute, dall’ufficio. In qualità di abate portò a termine la riforma benedettina, togliendo gli abusi e facendo rifiorire le più belle virtù religiose. Da buon benedettino allargò l’area del terreno coltivabile intorno al monastero, abbattendo una vecchia selva di tre miglia circa di lunghezza e due di larghezza, e sopra l’altura posta nel mezzo fece costruire un castello con un tempio dedicato alla Beata Vergine. Nel 1002, crescendo la fama delle sue virtù, fu dall’imperatore Enrico I, successo a Ottone III, creato abate del monastero di Hersfeld con l’incarico di portarvi la riforma. Contemporaneamente fu investito della dignità abaziale anche del monastero di Tergernsee e di Kremsmuster, con lo stesso compito di farvi rifiorire con l’esempio e con le parole l’osservanza monastica decaduta. In qualità di abate, per dovere del suo ufficio, viaggiò spesso, interessandosi anche di problemi sociali e giuridici: fu un pioniere di scambi culturali tra il Nord e il Sud-Europa. Riorganizzò la vita monastica, aderendo alla riforma di Cluny. Nei comuni sotto la giurisdizione della sua Abbazia suggerì e realizzò nuove forme di vita economica e di traffici commerciali.
Nel 1013,dopo una missione bene compiuta, fece ritorno al suo vecchio monastero di Niederalteich, ove, accolto con giubilo come abate dai confratelli, per lo spazio di quasi dieci anni condusse una vita quasi angelica, dedita alla contemplazione e a dolcissimi colloqui con il Signore e la sua santissima Madre. La santità della sua vita, la sua intensa operosità non potevano passare inosservate. L’imperatore Enrico II, che lo aveva in grande stima, elesse Gottardo alla sede episcopale di Hildesheim (Sassonia), resasi vacante per la morte del grande vescovo san Bernward. Gottardo, per umiltà, ricusava, ma poi, illustrato da una visione celeste, piegò il capo alla volontà di Dio e accettò il vescovado, ricevendo poi la conferma del Papa (1022). Divenuto vescovo, San Gottardo portò nella sua diocesi lo spirito benedettino e il suo senso realistico e costruttivo. Costruì e consacrò più di trenta chiese, tra le quali va ricordato il Duomo di Hildesheim. Egli voleva che il suo popolo avesse molte case del Signore, dove raccogliersi in preghiera. Secondo gli intendimenti del Santo ogni chiesa doveva diventare un centro di spiritualità e di socialità. Creò la famosa biblioteca che fu insigne centro di cultura occidentale. Presso il Duomo fondò anche una scuola di scrittura e di pittura. Non dimenticò mai l’umiltà delle sue origini e fu sempre vicino al popolo minuto. Per il sollievo dei poveri fondò ospedali, ospizi, e non esitava, all’occasione, di curare nella propria casa gli ammalati. Si adoperò anche, con ogni mezzo, per diffondere fra il popolo l’istruzione e fondò numerosissime scuole. S. Gottardo fu un vero padre dei poveri, ai quali dedicò tutto se stesso, non disdegnando spesso di sedere alla loro mensa. Dopo 15 anni di episcopato, affranto più che dagli anni dalle fatiche pastorali e dalle penitenze, passò da questa vita all’altra il 5 maggio 1038.Dio volle illustrare il sepolcro del suo Servo fedele con i miracoli più strepitosi, tanto che il Papa Innocenzo II il 29 ottobre 1131 lo ascrisse nel catalogo dei Santi. Tanti furono i miracoli operati in vita e in morte da S. Gottardo, che fu soprannominato il Taumaturgo.
La Devozione Di S. Gottardo in Padernello.
La devozione a S. Gottardo è stata portata a Padernello dai soldati tedeschi che, al seguito degli Imperatori del Sacro Romano Impero, scendevano in Italia. Nella festa di S. Gottardo che cade il 5 maggio viene benedetto l’olio, che portato a casa sarà il rimedio dei loro mali. S. Gottardo, a Padernello, è invocato in modo particolare nei dolori alle gambe (reumatismo, artrite e gotta), mentre in altri luoghi viene invocato contro i fulmini e le tempeste. Transitando per la Statale Postumia l’attenzione si rivolge alla chiesetta di San Gottardo a Padernello.